Un tardo pomeriggio di qualche anno fa a Roquebrune
Ero salito a Roquebrune qualche anno fa in un tardo pomeriggio di metà agosto con il compianto N. A volte si preferisce chiamarla in italiano, memori del Corsaro Nero di Salgàri, Roccabruna, specie riguardo al castello che là sorge.
In ogni caso facevamo i turisti quasi per caso a Roquebrune, nel Comune di Roquebrune Cap-Martin, Alpi Marittime, Costa Azzurra, Francia.
A vent'anni eravamo più interessati, ad usare un eufemismo, alla storia del mondo contemporaneo, piuttosto che a quella remota dei luoghi a noi circostanti. Tra parentesi, N. mi aveva nell'occasione richiamato alla memoria che l'abitudine di discutere con accanimento di massimi sistemi a quei tempi veniva da noi esercitata con altre persone anche in viaggi in automobile verso il capoluogo francese delle Alpi Marittime, per cui spesso la sera si andava non solo a Montecarlo, ma pure a... Nizza (espressione alquanto contorta che fa riferimento a certi miei vecchi post). Del resto quella fortezza, sinché non venne usuale recarsi in Costa Azzurra per autostrada, dalla quale non si scorge, era una visione obbligata, in particolare al ritorno in Italia.
Ho scritto questa discretamente lunga premessa (una divagazione tra le tante!) per arrivare al punto di alcune domande rivoltemi quella volta da N. Mi chiedeva, insomma, qualcosa sulla storia del castello e del borgo, il mio amico N. Qualcosa... improvvisai. Senonché, entrati in un vicolo per iniziare un giro del paese, fermati da una domanda di una gentile signora anziana in vena di socializzare, venivamo intrattenuti da un sopraggiunto artista del legno (bravo, in verità), il quale sciorinava a modo suo le vicende del villaggio, ma senza sbagliare nulla – come poi ho verificato –, anzi, aggiungendo che Roquebrune era stata venduta ai Grimaldi direttamente dal Conte di Provenza. Particolare, quest'ultimo, non riportato neppure da un foglietto turistico ufficiale. Il brav'uomo in questione ci aveva prima proclamato che i suoi nonni erano arrivati in zona da Umbertide, Umbria; al che mi ero sentito in obbligo morale di esternare a tutti che sapevo di una vecchia, forte emigrazione (che in qualche misura avevo frequentato) da Città di Castello (sempre in Umbria, beninteso!) nel locale dipartimento.
Non resisto al gusto della celia. Nella fantasia di Salgàri, come è noto e come accennai (sic!) in altri post (forse da riprendere in qualche maniera !?!), il Corsaro Nero era Conte di Ventimiglia, di Roccabruna e di Roccasparviera: ma, mentre nella mia natale città [Ventimiglia (IM)] di confine si abbonda di riferimenti, anche in chiave turistica, all'avventuroso personaggio, a Roquebrune pensano a tenere lindo ed ordinato il centro storico, tanto, come sosteneva sempre il vecchio artigiano, sono già fin troppi i visitatori indotti dalla vicina Montecarlo...